Vanessa Incontrada è la protagonista della copertina di Ottobre di Vanity Fair Italia. L’attrice, presentatrice ed ex modella, “a lungo giudicata per le sue forme”, “posa nuda contro haters e bullismo, in favore della bellezza di tutte le donne”.
Tutte le donne? Ma proprio tutte, tutte?
Lo so che la copertina vi è piaciuta. L’avete condivisa e ricondivisa. So anche Vanessa vi piace “assai”, perché è bellissima, simpatica e si è sempre difesa in modo intelligente e con coraggio dagli attacchi degli haters.
Vorrei però farvi riflettere su due o tre cosucce….
Vanessa Incontrada non è tutte le donne. È una bellissima donna formosa, con tutti i privilegi annessi alla sua condizione. Non è grassa ed è ben lontana dall’essere una “taglia forte”.
Vanessa Incontrada non è la “reginetta” del bodypositive che stavate aspettando. È una donna dello spettacolo che sceglie di posare senza veli, ma anche senza cellulite, smagliature, discromie, pelle cadente, e…
Non basta usare un hashtag per giustificare i miracoli di Photoshop.
Vanessa Incontrada non ha mai avuto problemi a trovare abiti della sua taglia. Eppure diventa testimonial e collabora con il gruppo Miroglio, firmando collezioni che mortificano le forme e nascondono l’autostima.
Vanessa Incontrada non è Lizzo, la prima donna di colore grassa a posare su Vogue UK. Non è neppure Tess Holliday. È una donna over 40, abile, etero, che ha preso qualche chilo in gravidanza.
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Non chiamatela rivoluzione
Pensateci bene, questa copertina di Vanity Fair di rivoluzionario ha davvero poco. Ad essere celebrato è un corpo perfettamente imperfetto, un corpo “normale”, ben lontano dai corpi e dalle disabilità marginalizzati e continuamente stigmatizzati dalla società. Un nuovo “ideale di bellezza” che si discosta solo a tratti dagli standard estetici tradizionali, la solita bellezza insomma, ma con qualche chilo in più e una buona dose di foto ritocco.
Un perfetto capolavoro di bodypositive all’italiana: nessuno ti può giudicare, a patto che tu sia “normale”.